La frittura di paranza, il piatto che unisce storia e cucina

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La frittura di paranza, il piatto che unisce storia e cucina

Frittura Di Paranza

La frittura di paranza è un gustosissimo secondo piatto che ha una storia da raccontare che inizia proprio dal suo nome. Principalmente nato come piatto povero e di recupero, oggi il fritto di paranza è uno dei secondi piatti di pesce più apprezzati e ricercati non soltanto da chi è amante del pesce vista la sua gustosità. Comunemente, il fritto di paranza è una frittura di pesce di piccolo taglio diffusa in molte zone d’Italia. Ma la cucina marinara della città rivierasca di San Benedetto del Tronto utilizza ingredienti pescati nell’Adriatico.

La frittura di paranza: il piatto

La frittura di paranza nasce come piatto povero e tradizionalmente si utilizzavano pesciolini di piccola taglia che, proprio per le loro ridotte dimensioni, faticavano ad essere venduti. Infatti era usanza dei pescatori vendere il pesce più grande e più bello al mercato, trattenendo i pesci più piccoli o meno pregiati per poi friggerli. Quindi, si tratta di un piatto nato per recuperare ciò che altrimenti sarebbe stato scartato. Nello specifico, la frittura di paranza prevede varietà di piccoli pesci come: alici, triglie, merluzzetti, sogliolette, moscardini. E altri pesci di piccola taglia.

Pesce Per La Frittura Di Paranza
Uno dei tipici pesci per la frittura di paranza: L’immagine è sotto licenza di Amenon CC BY-NC-ND 2.0

La ricetta

I pesci da paranza si prestano bene alla preparazione della pietanza. Infatti, la ricetta di per sé è molto semplice e la vera frittura prevede che si lasci la testa del pesce e che i pesci stessi non vengano sviscerati: il bello del fritto di paranza sta proprio nel lasciarli interi! I pesciolini, una volta lavati ed asciugati, sono passati nella farina setacciandoli per eliminare l’eccesso. Poi, si frigge in olio bollente per pochi minuti, fino a doratura. Infine, sono adagiati su carta assorbente con l’aggiunta di un pizzico di sale. Talvolta, il piatto è accompagnato a tavola da spicchi di limone, di cui alcuni ne apprezzano il succo come condimento. Comunque, va mangiato caldissimo. Anche con le mani stando attenti alle piccole lische!

Che cos’è la paranza che dà il nome al piatto?

La paranza è la tipica imbarcazione a vela, a scafo tondo, monoalbero, che costituiva la caratteristica della paranza sambenedettese, un tempo utilizzata per la pesca “a strascico”presso le coste dove il mare è basso. La rete per questo tipo di pesca è un sacco conico che scava il fondo muovendo la sabbia dei fondali marini e spaventando i pesci che risalgono così verso l’alto rimanendo imprigionati. Invece, il nome “paranza” deriva dal fatto che in origine la pesca era condotta da coppie di barche che procedevano “in paro”, ovvero pari.  La paranza era utilizzata dai pescatori fin dalla prima metà del Novecento per pescare i pesci di piccola pezzatura che garantivano l’allora fonte di sostentamento.

Imbarcazione Utilizzata Per Pescare Il Pesce Per La Frittura Di Paranza
Una Paranza (imbarcazione storica) al “Museo Galleggiante Della Marineria” di Cesenatico, utilizzata per il pescato della frittura di paranza: Questo file è licenziato in base ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported

Comunque, la paranza oggi è prevalentemente intesa ed accreditata come specifica tipologia d’imbarcazione, più che come metodologia di pesca. Quindi, la storia della frittura di paranza nasce proprio dal nome della barca usata per pescare i pesci poveri adatti alla pietanza. Ma con il pesce povero si prepara anche un’altra prelibatezza tipicissima della città di San Benedetto del Tronto: il famoso brodetto alla sambenedettese.

Si ringrazia per l’immagine di copertina: Alex Favali di Pexels

La frittura di paranza, il piatto che unisce storia e cucina ultima modifica: 2019-11-15T09:00:54+01:00 da Patrizia Cicconi

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